Posizionarsi per una parola chiave a caso, può succedere - ScritturaSEO

Oggi vi racconto una cosa strana.

Ascoltatemi.

Facciamo un super articolo ultra ottimizzato in ottica SEO e non ci posizioniamo per nessuna parola chiave che avevamo definito come obiettivo target. OK, succede direte voi, non tutte le ciambelle escono con il buco… ma un giorno, inseriamo il nostro link (giusto per curiosità all’interno della console di SEMrush) e scopriamo che… 

seo copywriting

 

Scopriamo che Google ci ha posizionati con parole chiave che proprio non c’entrano nulla con noi, con il nostro core business, con i nostri servizi e con l’obiettivo principale del nostro articolo… che fare dunque?

La cosa migliore è cancellare quell’articolo, oppure rimetterlo in sesto riscrivendolo in ottica SEO.

Perché a volte Google ci posiziona con parole chiave che non c’entrano niente con noi e con la nostra attività? Interessante il caso di una web agency che era in prima pagina con una parola chiave totalmente inutile e decontestualizzante “grinta significato” (!?), e che dunque per ovvie ragioni non portava all’agenzia contatti di potenziali clienti.

Una web agency avrebbe bisogno di parole chiave come: siti web Milano, seo Genova, ecc. Non la parola chiave “grinta significato” (!?) che potrebbe andare bene per un’enciclopedia online se mai 🙂

Ma perché accade tutto questo?

Accade per tre ragioni

  • L’articolo in questione ha assonanze di parole nel testo che mettono in condizione il bot di Google di andare verso un’interpretazione fallace della questione, dunque che prevalgono sull’argomento del sito proprio perché accostate in modo tale da confondere il bot di Google. Un esempio è una stesura del testo che propone una sorta di kewyord stuffing al proprio interno distorta e fuori contesto, “assonanze di parole chiave messe a caso”, ripetizioni inutili per intenderci…  “grinta significato” “significato grinta”…  mentre magari si parla di altro, di SEO e di siti web per esempio. In pratica scopriamo così una delle prime debolezze del bot di Google: a volte ha delle “debolezze semantiche” anche lui e pertanto si confonde, non riesce ad estrapolare il senso vero e proprio di un testo se non correttamente scritto in ottica SEO.
  • Errore nella pianificazione editoriale. Di fatto componiamo un articolo che non c’entra nulla con il nostro blog che parla di cucina; abbiamo infatti realizzato senza alcun motivo un contenuto che parla di pneumatici da neve. Ecco, in questo caso, Google oltre a deposizionare per intero il nostro blog “sbarella” del tutto e ci affibbia qualche parolina chiave a caso che non appartiene al core business del nostro blog, dunque all’argomento cucina.
  • Siti che non sanno di niente e che anche Google ha difficoltà ad indicizzare, questi siti, vengono posizionati con parole chiave a caso, che hanno diciamo un search intent non molto prezioso in relazione al mercato di riferimento. Accade molto spesso con siti che non hanno un business model ben definito, oppure con quelli che trattano argomento difficilmente monetizzabili come satira e intrattenimento, oppure accade appunto come dicevamo prima, con siti che parlano di tutto e di niente.